Liegi-Bastogne-Liegi 2019, Gilbert critica l’attendismo degli scalatori: “Sono calcolatori, guardano solo i watt”
Quello che per gran parte della sua carriera è stato il suo terreno di caccia preferito, le Ardenne, da qualche anno non lo è più. Philippe Gilbert si è reinventato come corridore da pavé e la vittoria al Giro delle Fiandre 2017 e la Parigi-Roubaix 2019 ne sono la piena conferma. Se all’Amstel Gold Race ha mantenuto un ottimo grado di competitività, lo stesso non si può dire per le altre due prove del Trittico delle Ardenne, con la Top 10 alla Liegi-Bastogne-Liegi che gli manca dal 2014. Domenica vorrà riprovarci alla Doyenne, anche se lo sviluppo della corsa non lo esalta più come un tempo.
Il vallone pensa infatti che la presenza di tanti scalatori in corsa, che vedono nella Liegi una delle poche occasioni per portarsi a casa una classica importante, renda la gara molto più bloccata: “Solitamente gli scalatori sono corridori attendisti – spiega a L’Equipe – Se i corridori che vediamo nelle Fiandre avessero le capacità fisiche di correre le classiche delle Ardenne, succederebbero molte più cose, con molti più attacchi. Fa parte proprio della mentalità dei corridori: gli scalatori aspettano, calcolano e guardano i watt. Nelle corse del pavé i corridori seguono il cuore, pensano poco. Sono praticamente due gruppi differenti ed è per questo che secondo me le corse sulle Ardenne sono più noiose“.
Qualcosa potrebbe cambiare con il nuovo arrivo a Liegi e non più ad Ans: “Finalmente. Era un po’ triste finire ad Ans, non rappresentava del tutto la Liegi, non aveva nulla a che vedere. Sono contento di poter fare almeno una volta in carriera la vera Liegi-Bastogne-Liegi“.
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